Riflessioni sul Collio DAY 2016
Se l’evento ha ottenuto un alto indice di gradimento, il merito va suddiviso tra i prodotti vinicoli degustati e l’ospite della serata, il produttore Fabian Korsic, che ha saputo con maestria e simpatia portarci a spasso per il territorio del Collio, come se ci trovassimo a passeggiare tra le dolci colline dove vivono e lavorano i produttori aderenti al Consorzio di tutela. Fabian ha illustrato il Collio utilizzando a più riprese alcune parole chiave: microclima, storia, mercato, tradizione, sperimentazione.
Microclima. La vocazione vinicola del Collio è testimoniata dall’attuale prevalenza della coltivazione della vite, che, come ricorda Korsic, ha quasi soppiantato le altre produzioni agricole prima praticate. I produttori hanno assecondato le caratteristiche climatiche e territoriali: il Collio è una mezzaluna di pendii soleggiati che godono di clima mite grazie alle correnti calde dell’Adriatico, che dista 20 Km, e alla protezione delle Prealpi Giulie a nord. Le escursioni termiche di cui gode la zona garantiscono la formazione nel vino di profumi e aromi profondi e fini. Anche il suolo del Collio svolge un ruolo importante: il terreno chiamato “ponca” è composto da marne ed arenarie stratificate di derivazione marina che dona ai vini, siano essi autoctoni che internazionali, la caratteristica mineralità e salinità che li rende riconoscibili e gradevoli. La tradizione del Collio racconta di una grande superiorità produttiva dei vini a bacca bianca, che rappresentano l’85%del totale, impostazione produttiva che, per tradizione, discende dall’impronta del terroir, vocato ai vitigni a bacca bianca.
Storia. La storia dei vigneti del Collio risale all’epoca preromana. I suoi vini furono apprezzati nel Medioevo e nei secoli dalle corti di tutta Europa: dai Dogi all’imperatore Carlo V d’Asburgo, ai sovrani dell’impero austro-ungarico. Nel 1584 l’Arcidiacono di Gorizia spediva al Patriarca di Aquileia botticelle di Ribolla Gialla. Fabian Korsic ci rammenta che la prima guerra mondiale fu combattuta tra i vigneti del Collio, che non fu risparmiato dal secondo conflitto mondiale, evento che lasciò la dolorosa divisione con l’allora Jugoslavia. La ricostruzione post bellica ha portato alla parziale sostituzione dei vitigni autoctoni con le varietà “internazionali” più produttive, anche se alcune di queste ultime erano già presenti in zona Collio dal secolo precedente.
Mercato. Quanto appena detto ci collega al mercato e alla sperimentazione. Korsic ci spiega che la scelta degli “internazionali” ben integrati nel terroir è stata appannaggio di una specifica generazione di produttori, mentre quella attuale si sta indirizzando al recupero delle cultivar autoctone, perché più idonee a far comprendere ai non esperti il territorio e le caratteristiche peculiari dei vini del Collio, in quanto non soffrono la competizione dei vini da vitigni internazionali, ben conosciuti a molti. Ciò che accomuna le due generazioni è la voglia di sperimentare, portata avanti da tutti i produttori anche se i nomi più conosciuti sono Gravner, Keber, Jermann, Felluga e altri che non citiamo per mancanza di spazio. Se a tutto ciò aggiungiamo idee di marketing quale la bottiglia identificativa dei vini del Collio, che fa entrare anche il packaging nella comunicazione che il Consorzio del Collio cura con attenzione, non possiamo che notare che Korsic ci ha regalato una lezione di gestione della presenza sul mercato.
Passiamo ora agli altri protagonisti della serata: i vini. Nove in degustazione, rappresentativi dei più conosciuti vitigni della zona. Dalla Ribolla gialla 2015 di Fiegl al Pinot Grigio 2015 di Branko, alla Malvasia Istriana 2015 di Pighin al Friulano 2014 linea Ronco Cucco di Tenuta Villanova. Ha fatto parte della prima batteria di assaggi anche un uvaggio, il Collio Bianco 2014 di Korsic (50% Friulano, 30% Ribolla gialla, 20%Chardonnay).
Tutti ottimi vini declinati sulla mineralità, la sapidità, la freschezza e la rotondità e piacevolezza dei profumi fruttati e floreali che il naso percepisce.
La seconda batteria degustativa si è concentrata sui Sauvignon (2013 Casa delle Rose, 2012 Borgo Conventi, 2015 Villa Russiz, 2011 Marco Felluga). Grandi Sauvignon che accompagnano alle caratteristiche erbacee tipiche del vitigno, senza sottovalutare i profumi floreali e agrumati molto fini ed eleganti, la grande freschezza e mineralità.
Credo che tutti i partecipanti siano tornati a casa con il desiderio di andare o tornare nel Collio.
Paolo Manna